25 aprile 1944. Bombe sull’Aeritalia
Essendo una città industriale con le sue eccellenze in campo automobilistico e aeronautico, Torino divenne uno dei principali bersagli nelle strategie di guerra, per cui vanta il triste primato di essere stata la città più bombardata d’Italia. I bombardamenti iniziarono la notte tra l’11 e il 12 giugno 1940 e continuarono fino al 5 aprile del 1945 per un totale di 40 incursioni.
Il primo bombardamento, che provocò 17 morti e 40 feriti, fu fatto da 36 bombardieri Whitley decollati da basi dello Yorkshire nel nord dell’Inghilterra carichi di bombe da 500 libbre, ma su Torino ne arrivarono soltanto 12.
La vita nella città, seppur impreparata alla tragicità degli eventi, cercò di conservare una parvenza di normalità a cominciare dai cinema, dalle scuole e perfino dal campionato di calcio che, seppur con molti limiti, andò avanti finché il 25 aprile 1943 il Grande Torino, vincendo contro il Bari 1-0, conquistò il suo secondo scudetto.
L’aeroporto e la contigua fabbrica di aerei della FIAT Aeritalia furono oggetto di numerose incursioni di cui due particolarmente violente l’8 dicembre 1942 e il 25 aprile 1944. Durante quest’ultima incursione il bombardamento a tappeto raggiunse l’obiettivo con oltre 250 bombe mettendo totalmente fuori uso l’aeroporto e le fabbriche.
Al termine della guerra sia le fabbriche che l’aeroporto furono completamente ripristinati e quello dell’Aeritalia divenne per alcuni anni il principale aeroporto cittadino.
Fabbricato per grandi montaggi dopo la distribuzione avvenuta durante il 1944 |
|
Purtroppo la guerra portò molte tragedie aeronautiche che non possono essere dimenticate.
In quegli anni si intrecciarono almeno una dozzina di storie drammatiche di aerei scomparsi e caduti fra le montagne i cui resti emersero a poco a poco, anche grazie alle ricerche di appassionati e di associazioni nate per indagare sugli aerei caduti fra le cime dell’Italia del nord durante e subito dopo la Seconda guerra mondiale.
Una delle tante tragedie aeree sulle Alpi piemontesi, spesso legate a maltempo, tempeste, errori di direzione, avvenne nella notte del 10 settembre 1944. “Miss Charlotte” era il nome di un Boeing B.17, appartenente all’885° Squadrone Speciale dell’us Army Air Force (U.S.A.A.F.), uno di quegli aerei “amici” che lasciavano cadere nelle zone su cui volavano non bombe, ma aiuti, viveri, armi, munizioni, volantini, medicine e, qualche volta, come la storia dell’aeroporto di Vesime in val Bormida (CN) ci insegna, pure agenti segreti.
Il primo prototipo del B.17
Anche il B.17 “Miss Charlotte” (quello era il nome datogli dal comandante Paul V. Callis in onore della futura suocera) aveva una missione speciale. Partendo dalla base usaaf in Algeria doveva volare fin sulla Valle Pesio, nel Piemonte sud occidentale, per portare un carico amico a chi, in quelle zone, lottava contro il nazifascismo.
L’aereo era interamente verniciato di nero, per essere visibile il meno possibile durante i suoi voli notturni e l’equipaggio era composto di nove uomini esperti, ben addestrati e preparati a missioni difficili. Al comando del pilota il sottotenente John R. Meyers, erano a bordo altri 8 membri dell’equipaggio. Per tutti era l’ultima missione dopo di che sarebbero stati congedati e per loro ci sarebbe stato il ritorno in patria. Sull’aereo erano stivati 14 container, di forma cilindrica, colmi di viveri, armi, volantini. L’obiettivo era paracadutarli in valle Pesio. Ma non andò così.
L’aereo sorvolò il Mediterraneo, ma, a causa di una tempesta di neve, perse la rotta esatta per cui si diresse nella valle sbagliata e una tempesta di neve e vento, certo complicata dal buio e dall’errore compiuto, impedì al pilota di rendersi conto di quanto stava accadendo e di evitare l’urto fatale contro il Gran Miol, in Valle Argentera.
L’aeroporto Excelsior di VesimeNell’autunno del 1944, i partigiani della 2ª Divisione “Langhe” comandata da Piero Balbo “Poli” e dal maggiore Enrico Mattidi detto “Mauri”, coadiuvati da Neville Darewski, l’ufficiale britannico del SOE (Esecutivo Operazioni Speciali) conosciuto come maggiore Temple, insieme ai contadini della zona, costruirono, nella Langa astigiana ai confini con la provincia di Cuneo, un campo di aviazione per facilitare l’atterraggio e il decollo degli aerei alleati, utilizzati per lanciare missioni segrete, trasportare feriti e paracadutare armi e aiuti. Lysander a Vesime |
1944 – Lo schianto del B.24 Liberator sulla Punta del Rous in val di Lanzo
Il bombardiere B.24 Liberator KG.999 (bombardiere pesante quadrimotore ad ala medio-alta) apparteneva al 31° Squadrone South African Air Force (inquadrato nel 205° Bomber Group della RAF) e partecipava anche lui alle missioni di rifornimento ai partigiani del nord Italia.
Decollato con un tempo pessimo dall’aeroporto di Celona di Foggia alle ore 16,00 del 12 ottobre 1944 si schiantò, dopo circa quattro ore di volo, sotto la Punta del Rous (2568 metri sul livello del mare) in val di Lanzo allo spartiacque tra i comuni di Groscavallo ed Ala di Stura.
Lo stabilimento di produzione dei B.24
Il giorno dopo furono recuperati i corpi carbonizzati e mutilati degli otto giovani componenti l’equipaggio, di età compresa tra i diciannove e i ventinove anni. Le salme furono composte prima nel cimitero di Ala di Stura, e trasferite successivamente in quello di Ceres dove rimasero sino al termine della guerra, per essere poi definitivamente tumulate nel cimitero britannico di Milano.
Il 2 giugno 2002 a quota 2450 metri nell’anfiteatro tra la Punta Croset e la Punta del Rous, a pochi metri dal superamento della dorsale dalla salvezza, il Comune di Ala, il cai, gli Alpini e la Pro Loco di Ala, posero sul luogo dell’impatto una targa in ottone a ricordo del sacrificio di quei ragazzi.
Targa in memoria del B.24 Liberator posta dal “CAI Ala di Stura” sul luogo dell’impatto
La guerra era ormai finita quando alle 2 di notte del primo novembre 1946, un Boeing B.17 (chiamato anche “Fortezza Volante”) matricola n. 43-39338 dell’u.s. Army European Air Transport Service (eats) decollò con 8 uomini di equipaggio dall’aeroporto di Capodichino a Napoli, per rientrare in patria diretto a Bovingdon, una piccola città vicino a Southampton (Inghilterra).
Sul Tirreno in piena tempesta, l’aereo lasciò la rotta pianificata per dirigersi su Genova anziché Marsiglia, sorvolò il Piemonte e il Colle del Moncenisio in direzione del Monte Bianco, e infine impattò, esplodendo, contro l’Aiguille des Glaciers alle 4 di mattina.
La guerra era ormai finita da un anno e mezzo e ciò malgrado in quel periodo molti aerei continuavano a prestare servizio in svariati impieghi. Questo volo in particolare doveva effettuare un trasferimento di personale ed aveva a bordo otto uomini, tra cui tre alti ufficiali delle forze armate usa.
L’esemplare era di recentissima costruzione e non aveva ancora totalizzato 200 ore di volo, e ai comandi vi erano piloti di grande esperienza. Dopo aver segnalato la propria posizione all’altezza della Liguria, il B.17 scomparve senza lasciare traccia. Solo nell’estate del 1947, una pattuglia francese di “Chasseur des Alpes” del 99° battaglione di fanteria alpina di stanza a Bourg Saint Maurice, in perlustrazione sull’Aiguille des Glaciers a sud est del Massiccio del Monte Bianco, si imbatté in una serie di rottami di matrice chiaramente aeronautica.
Il B.17 era impattato proprio sulla cresta che segna il confine tra Francia e Italia e per ragioni riconducibili al maltempo e al disorientamento del pilota l’aereo si era trovato, inspiegabilmente, a 90 miglia dalla rotta che avrebbe dovuto percorrere. Solo nel 1957, in seguito al progressivo ritiro dei ghiacciai, da quello d’Estellette cominciarono ad affiorare alcune tracce del velivolo, poco a monte del rifugio Elisabetta Soldini nei cui pressi, nel 1979, vennero rinvenuti i primi resti dello sfortunato equipaggio.
A partire dagli anni Ottanta anche il Glacier des Glaciers, sul versante francese, iniziò a restituire altre parti dell’aereo.
Boeing B.17
|
Vai al Capitolo Successivo |
Piazzale Volo a motore:
+39 348.0448082
Piazzale Volo a vela:
+39 335.1008670
Officina ASI: +39 011.710080
Ristorante Campo Volo:
+39 011.7725989
2021 © Aero Club Torino - Tutti i diritti riservati - CF: 01395280017 - Credits
Progettazione e realizzazione sito web
vg59* Progetti Multimediali