Nel 1966 l’Arma dei carabinieri venne dotata di un nucleo operativo di volo attraverso la costituzione, sull’aeroporto di Torino-Aeritalia, del “1° Nucleo Elicotteri Carabinieri” (nec). La storia ci porta a conoscere come l’impiego dei Carabinieri in attività aeronautiche risalga alla Grande Guerra nella quale essi (nel solco di una tradizione ormai centenaria che li aveva visti protagonisti nelle guerre d’indipendenza e nell’eroica e decisiva carica di Pastrengo) aderirono numerosi alla nascente aviazione militare confluendo nel mitico “Battaglione Aviatori” del Regio Esercito a Torino (vedi p. 90).
Furono 173 i militari dell’Arma, di vario ordine e grado, che entrarono a far parte del Corpo Militare Aeronautico, pur permanendo nell’Arma di appartenenza, com’era in uso per i militari prima della fondazione dell’Aeronautica Militare Italiana avvenuta nel 1923.
Una medaglia d’oro, undici d’argento, otto di bronzo e una Croce di guerra al valor militare sono le decorazioni che documentano una lunga serie di drammatici e memorabili duelli aerei.
Non si può non ricordare il brigadiere Albino Mocellin, Guardia del Re mavm, che fu il primo aviatore-carabiniere caduto in combattimento il 12 ottobre del 1916, colpito a morte da una raffica di mitraglia nei cieli di Zarnec in un duello aereo sostenuto a 3.000 metri d’altezza con un velivolo da caccia nemico. Per il suo valore e il suo sacrificio gli fu conferita la medaglia d’argento al valor militare.
Tra gli ardimentosi piloti “Fiamme d’Argento” una particolare menzione va poi fatta per il giovane carabiniere piemontese, Ernesto Cabruna da Tortona che fu il più decorato carabiniere aviatore di tutta la Grande Guerra per il suo coraggio, efficacia e fortuna.
1° NEC, il primo presidio di stanza a Torino. Da sinistra: Bove, Tonsini, Stefanelli e Cancelli. In piedi Caiafa (?), Guzzardi, Digiampietro, (?), Cantelmo
Ernesto Cabruna, il Carabiniere medaglia d’oroErnesto Cabruna nacque a Tortona (AL) il 2 giugno 1889. È stato il più decorato carabiniere di tutta la Grande Guerra. Entrò nell’Arma nel 1907 e nel 1911 partì volontario per la campagna Italo-Turca. Al suo rientro in patria ottenne il comando della Stazione dei Carabinieri di Salbertrand (TO), ma allo scoppio della Prima guerra mondiale volle partire di nuovo volontario e fu impiegato nella 10ª Compagnia Reali Carabinieri di stanza sull’Altopiano di Asiago. Fu lì che, durante un violento bombardamento d’artiglieria, si distinse per atti di valore nel soccorrere civili e compagni feriti incurante della propria vita. In questa occasione ottenne la sua prima medaglia di bronzo al valor militare, conferitagli ad Asiago il 15 maggio 1916. Il 16 luglio 1916 gli fu concesso il trasferimento al primo Battaglione Aviatori di Torino, dove in circa tre mesi ottenne il brevetto di pilota. Il 10 novembre fu inviato come pilota in zona di operazione dove, dopo alcuni trasferimenti, entrò a far parte della gloriosa 77ª Squadriglia sui campi di Marcon e di Aiello con velivoli da caccia Nieuport e SPAD. Nel suo libretto di volo si contano 900 ore di volo di guerra (numero raggiunto da pochi piloti), nelle quali ottenne 8 vittorie; in tutte le sue missioni di scorta non perse mai un aereo. Per i primi due aerei abbattuti, e per le sue missioni di scorta, ottenne la prima medaglia d’argento al valor militare. |
1 contro 11Particolarmente degno di nota fu il combattimento sopra Conegliano del 29 marzo 1917. In quell’occasione infatti Cabruna attaccò da solo una formazione austro-ungarica composta da un bombardiere scortato da dieci caccia, tra cui tre Fokker “Petit Rouge” della Squadriglia degli assi di Von Richthofen e Albatros del capitano Brumowski, riuscendo ad abbattere il bombardiere capostormo. Gli altri aerei rinunciarono alla missione e tornarono indietro. A ricordo di questa impresa Achille Beltrame disegnò la copertina a colori de “La Domenica del Corriere” dell’8 settembre 1918 intitolata “1 contro 11”. A seguito di questa azione Cabruna venne proposto per una nuova medaglia d’argento al valor militare, commutata circa un mese dopo nella promozione al grado di Ufficiale dei Reali Carabinieri, sottotenente in servizio permanente. Ormai la guerra era sul punto di finire e in una sua missione di osservazione, mentre stava rientrando al campo di volo di Carpenedolo (BS), gli esplose un tubo dell’olio motore accecandolo momentaneamente. Durante l’atterraggio l’aereo si capovolse procurandogli una frattura alla spalla. Dopo la guerra si unì ai legionari di Fiume e fu il primo pilota ad atterrare sul campo d’aviazione dei Ronchi dei Legionari, dove si mise a disposizione della causa fiumana. Quale volontario dei Legionari di Fiume si dimise anche dall’Arma dei Carabinieri Reali. Alcuni mesi dopo la firma del trattato che sanciva Fiume italiana venne richiamato in armi con il grado di capitano dei Carabinieri della Regia Aeronautica, e nello stesso anno (maggio del 1924) gli venne concessa la medaglia d’oro al valor militare. Morì a Rapallo (GE) il 9 gennaio del 1960, ma la sua salma venne traslata al Vittoriale accanto a quella di Gabriele d’Annunzio, suo comandante dei legionari di Fiume. |
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Nasceva dunque nel 1966, presso l’Aeroporto Torino-Aeritalia, il 1° Nucleo Elicotteri Carabinieri (nec) che fu insediato in strutture realizzate e concesse in uso dalla fiat Aeritalia.
Il primo elicottero, un Agusta Bell 47-j3b, fu consegnato a Torino nel gennaio del 1967 e ricoverato all’interno dell’hangar storico dell’aeroporto, ubicato in testata della pista “30”, nel quale erano custoditi alcuni reperti che testimoniavano il glorioso passato dell’aviazione torinese.
La base del 1° NEC presso l’aeroporto Torino-Aeritalia |
Nel 1973 il nucleo fu dotato dell’elicottero ab 205 sostituito un anno dopo dal più versatile ab 206 “Jet ranger”. Nell’ottobre del 1983 la base venne poi definitivamente trasferita a Volpiano (to).
Va ricordato che nel periodo dal 1966 al 1989 il 1° Nucleo Elicotteri dei Carabinieri ha compiuto oltre 1.000 missioni di soccorso e 125 missioni di volo, anche notturne, per il trasporto di equipe sanitarie nella fase pionieristica dei trapianti di organi. L’intervento del 1° nec è stato poi di vitale importanza in soccorso delle popolazioni alluvionate dal 1970 in poi.
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