Luglio 1959. Raduno aereo in occasione della inaugurazione della nuova sede
Al termine della guerra l’aeroporto fu completamente ripristinato e il 5 maggio 1947 la pista “30” dell’Aeritalia (di mt. 1.000 x 60 in conglomerato bituminoso) vide la ripresa dei voli commerciali con il primo volo di linea italiano del dopoguerra sulla tratta Torino-Roma, con un FIAT G.12.
Questa pista vide altresì decollare i prototipi dei primi aerei da trasporto di produzione nazionale messi in linea dalle “Avio Linee Italiane” nel primo dopoguerra, e rappresentò anche il principale scalo torinese fino al 1953 quando l’aviazione commerciale incominciò ad operare dall’aeroporto di Caselle.
Un tragico evento premonitore si verificò nell’aprile del 1948 e fu descritto sulle colonne de “La Stampa” del 20 aprile da Vittorio Pozzo, cronista d’eccezione, che riferì come un G.212 dell’ali (Aero Linee Italiane) proveniente da Londra con a bordo i ragazzi delle giovanili del Torino atterrò “lungo” sulla pista 12 dell’Aeritalia e non riuscendo ad arrestare per tempo la sua corsa, entrò nell’hangar situato sulla testata pista e si schiantò contro il muro di fondo.
Per fortuna la velocità era ridotta e si riportarono solo danni alle cose ma non alle persone, per cui i ragazzi ne uscirono indenni seppur con un grande spavento.
Ma il destino si ripetè e percorse implacabile il suo cammino.
Fu infatti su questa pista che i tifosi del “Grande Torino” attesero invano, il 4 maggio 1949, la squadra nel giorno della tragedia di Superga. Alle ore 17,05 il FIAT G.212 pilotato dal comandante Pierluigi Meroni, con a bordo l’intera squadra, i dirigenti e gli accompagnatori, si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della Basilica di Superga.
Il Grande Torino perito nella tragedia di Superga
Fu merito dell’ing. Enrico Rolandi se, alla fine del secondo conflitto, i pochi resti della flotta dell’Aero Club furono raccolti e rimessi in efficienza all’aeroporto dell’Aeritalia.
Infatti nel 1950, quando il glorioso aeroporto di Mirafiori Sud venne definitivamente chiuso perché distrutto dalla guerra prima e divorato dalla speculazione edilizia poi, la FIAT mise a disposizione dell’Aero Club Torino l’aeroporto dell’Aeritalia ove la flotta venne accolta negli hangar dello “Stabilimento Velivoli FIAT” di corso Marche.
L’operazione avvenne durante la presidenza del commendatore dottor Francesco Balbis (cofondatore con il cognato senatore Guglielmone della banca torinese “Balbis & Guglielmone”).
Fine anni 40. Veduta della pista 30 con schieramento di alianti e velivoli presso lo “Stabilimento velivoli FIAT” di corso Marche (aeroporto Aeritalia). Si vede sullo sfondo la palazzina della cascina Berlia che diverrà poi la sede dell'Aeroclub Torino.
La mattina del 5 maggio 1947 decollava dall’aeroporto Torino-Aeritalia il primo volo della neonata compagnia aerea Alitalia sulla tratta Torino-Roma (Urbe)-Catania con 18 persone a bordo di un trimotore FIAT G.12CA (marche I-DAHL) battezzato “Alcione” ai comandi del capo pilota della compagnia col. Virginio Reinero.
Costituita il 16 settembre 1946 col nome di Aerolinee Italiane Internazionali (Alitalia) e con capitale bea (Britisch European Airways) 40%, IRI 40% e da privati, tra cui FIAT, per il restante 20%, la compagnia era inizialmente dotata di una flotta costituita da quattro FIAT G.12 e quattro Savoia Marchetti sm.95c cui seguirono nell’anno tre Avro Lancastrian di produzione inglese.
Questi velivoli necessitavano però di una pista di decollo molto più lunga per cui la base romana venne trasferita dall’Urbe a Ciampino.
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Il primo volo internazionale dell’Alitalia (destinazione Oslo) fu portato a termine con un sm.95 il 6 luglio del 1947. A fine anno la rete di traffico si svolgeva su 7 linee per un totale di 9.185 chilometri trasportando oltre 10.000 passeggeri. Infine il 23 maggio del 1948 con i Lancastrian l’Alitalia inaugurò il primo collegamento intercontinentale con Buenos Aires.
Da qui la storia dell’Alitalia, partita da Torino, è giunta fino ai giorni nostri con alterne fortune.
Nel 1948 anche la Viberti si cimentò nella costruzione di un aereo da turismo, costituendo ad hoc la società Ali Viberti SpA di Torino.
Su progetto dell’ingegnere Franco Muscariello la Ali Viberti SpA promosse la costruzione del “Viberti Musca 1”. Era un monoplano ad ala bassa, motorizzato da un motore CNA DIVa 4 cilindri contrapposti, raffreddati ad aria da 60 HP, raggiungeva una velocità di 185 km/ora con autonomia di circa 600 km e tangenza di 4.200 metri.
L'ingegner Franco Mucariello con il suo Musca 1
Costruito interamente in legno (ad eccezione degli impennaggi che erano in alluminio) aveva la fusoliera a guscio con una cabina biposto a posti affiancati. Era dotato di un carrello fisso a ruote carenate e poteva montare sci o galleggianti.
La produzione totale si limitò a 11 unità. Nel 1951 venne prodotta la variante “Viberti Musca 1BIS” con nuova motorizzazione, sostituendo il Continental con un Walter Mikron III.
Del velivolo vennero poi progettate due evoluzioni, il “Viberti Musca 2” quadriposto e il “Viberti Musca 3” con motore da 200 CV, mai prodotte per lo scioglimento della società.
Negli anni dal 1950 al 1970 l’Aero Club Torino visse un periodo d’oro sotto la presidenza dell’avvocato Giovanni Agnelli.
Non è questa la sede per scoprire il carisma e la rinomanza mondiale del personaggio. Si vuole qui solo ricordare che, appassionato di volo, accettò con entusiasmo l’incarico e facendosi coadiuvare da fidati ed esperti vicepresidenti operativi (Solaroli, Brach Papa, Catella, Casana) diede al club un periodo di crescita e prosperità che non sarà più possibile ripetere.
Nel maggio del 1954, con delibera della FIAT a firma del professor Valletta, si ipotizzò il trasferimento degli uffici dell’Aero Club sull’Aeroporto dell’Aeritalia nella zona nord del campo (zona della cascina Berlia). La delibera divenne definitivamente operativa nel novembre 1956 dopo di che incominciarono le opere di sistemazione e ristrutturazione della palazzina affidate alle cure dell’architetto Carlo Mollino con una spesa complessiva a carico FIAT di lire 38.000.000.
La nuova palazzina con la torre di controllo (progetto dell’architetto Carlo Mollino)
Risale al 1955 l’apertura dell’aeroporto “Torino-Aeritalia” al traffico turistico nazionale.
La concessione in uso all’Aero Club Torino sia della palazzina uffici che degli hangar e del sedime aeroportuale venne formalizzata con contratto in data 5 aprile 1958. Con tale atto l’Aero Club Torino si assunse il non indifferente onere della gestione dell’aeroporto che a tutt’oggi continua.
Nel luglio 1959 l’Aero Club Torino (terminati i lavori di ristrutturazione della palazzina) abbandonò definitivamente gli uffici di via San Francesco d’Assisi 14 per insediarsi nelle nuove strutture all’attuale indirizzo di strada della Berlia 500.
Alla cerimonia di inaugurazione (presenti l’avv. Giovanni Agnelli, il vicepresidente barone Casana e tutto il Consiglio direttivo) intervennero con altre autorità civili e militari, il sottosegretario on. Giuseppe Bovetti in rappresentanza del governo, il gen. Bianchi in rappresentanza dell’arma aeronautica e il cardinal Maurilio Fossati che impartì la benedizione al campo. In quella occasione l’aeroporto fu dedicato a Edoardo Agnelli tragicamente scomparso il 14 luglio 1935 in un incidente aereo, ammarando a Genova con un idroplano SIAI S.80, pilotato dal comandante Arturo Ferrarin, che ne uscì indenne.
Luglio 1959. Veduta generale del raduno aereo in occasione dell’inaugurazione della nuova sede. |
Luglio 1959. Il cardinale Maurilio Fossati |
Luglio 1959. Giovanni Agnelli tiene il |
Luglio 1959. La folla partecipa all’inaugurazione |
1960. Viene costruito l’hangar n. 2 |
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