Nel 1933 l’Aero Club d’Italia invitò il dott. Robert Kronfeld a presentare il nascente “volo a vela” in Italia. Robert Kronfeld, austriaco, israelita, era campione di acrobazia aerea, studioso della tecnica del “volo a vela”, scrittore di testi tecnici riguardanti l’aliante e la meteorologia in funzione del volo senza motore.
Invitato a Torino dall’allora presidente dell’Aero Club Torino, conte Thaon di Revel, Kronfeld presentò l’aliante in un’applaudita manifestazione aerea sul campo di Mirafiori.
Piero Casana, padre del volo a vela torinese
In quell’occasione Kronfeld conobbe il barone Piero Casana e lo invitò a partecipare ad una manifestazione aerea che si tenne nei cieli di Vienna presso il castello di Luxembourg alla presenza del cancelliere Dolfuss. Sulla spinta di questa stimolante esperienza nacque, sempre nel 1933, la sezione “volo a vela” dell’Aero Club Torino, della quale ispiratore e primo direttore fu appunto il barone Casana.
Lo schieramento di un Trofeo Città di Torino di Volo a vela degli anni Sessanta
Nel luglio del 1939 sul campo “Gino Lisa” di Mirafiori fu organizzata la prima “Settimana Torinese di volo a vela”.
Nel dopoguerra anche i volovelisti italiani si riorganizzarono, dando vita nel 1946 alla Federazione Italiana Volo a Vela (FIVV), nominando il barone Piero Casana quale primo presidente, cui succedette Vittorio Bonomi.
Anni ’60. L’aliante Passero I-FOLM in atterraggio a conclusione del Trofeo Città di Torino
Nel giugno del 1947 Casana organizzò, all’aeroporto dell’Aeritalia, la seconda “Settimana volovelistica torinese” che ebbe particolare successo per la numerosa partecipazione di volovelisti vecchi e nuovi tra cui merita ricordare Rovesti, Mantelli, Vaghi, Galimberti, Lagler e Riccardo Brigliadori (fratello maggiore di quel Leonardo che nel 1985 sarà campione mondiale di classe standard).
Nel 1952, sempre per iniziativa del barone Piero Casana, venne aperta la Scuola di Volo a vela con istruttore Angeloni e direttore il Casana stesso.
I primi alianti impiegati furono un “Canguro” e un “Asiago” seguiti da uno “Zigolo” e un “Veltro”, tutti trainati da un “Caproncino”.
Tale disciplina si affiancò al volo a motore come attività sportiva di taglio accademico. Infatti la sezione di volo a vela (sull’esempio degli Akaflieg tedeschi e del Centro di Volo a Vela del Politecnico di Milano) rappresentò inizialmente il braccio operativo delle attività progettuali del Politecnico di Torino.
Le imprese da ricordare per questa disciplina sono tante, a cominciare da quelle dell’ing. Alberto Morelli, che nel 1957 superò per la prima volta in Italia i 300 km di distanza, a quelle di Gianni De Marta e Dario Rasero che nel 1963 superarono per primi i 7.000 mt. di quota sul monte Ruitor in Valle d’Aosta, fino alle individualità sportive di valore tra cui spiccano l’ing. Carlo Della Chiesa, che fu campione italiano assoluto di volo a vela nel 1970 su aliante fk3, Nino Perotti che nella classe standard fu campione italiano negli anni 1972, 1973, 1979, 1980 e 1981, per finire con Giancarlo Grinza, campione italiano nel 2013.
Non possiamo non menzionare la studentessa torinese di 4ª ragioneria Maria Clara Germano che nel 1960 divenne allora la più giovane aviatrice italiana di tutti i tempi avendo conseguito all’età di soli 17 anni il brevetto di volo a vela vincendo una borsa di studio dell’Istituto Einaudi. Fu personalmente premiata dal senatore della Repubblica Luigi Einaudi che era presente a Torino per l’inaugurazione dell’anno scolastico.
Il senatore Luigi Einaudi premia Maria Clara Germano
E come non ricordare Marisa Seren Bernardone che il 30 aprile del 1971 sull’aliante m-100 s marche i-oulx stabilì il primato italiano femminile di guadagno di quota con 5.480 metri che a tutt’oggi risulta ancora imbattuto.
L’Aero Club Torino organizzerà a partire dal 1962 una competizione di volo a vela denominata “Trofeo Città di Torino” (vinta in quell’anno da Leonardo Brigliadori) che diventerà negli anni la classica gara di apertura del volo a vela italiano e che a tutt’oggi continua (vedi l’Albo d’oro, tabella n. 1, p. 282).
I fratelli Morelli furono fra i maggiori animatori delle costruzioni di alianti e del volo a vela agonistico del dopoguerra e per alcuni decenni a seguire, non soltanto in Italia.
Anni '60. Piero Morelli nel Centro Studi del Volo a vela del Politecnico di Torino
Il loro primo aliante fu il CVT-1 “Zigolo” (1954), seguito dall’innovativo CVT-2 “Veltro” (1961) e dal più noto m-100, vincitore del concorso indetto dall’Aero Club d’Italia per un aliante monotipo da addestramento. Seguì l’M-100 s, adeguato ai requisiti della nuova Classe “Standard” proposta nel 1958 dalla FAI (Federazione Aeronautica Internazionale).
Dell’M-100 furono prodotti oltre 200 esemplari cui ne seguirono 70 della versione biposto M-200. Dal 1964 al 1970 furono realizzati due prototipi dell’avveniristico (per l’epoca) M-300 che, però, ancora di costruzione lignea, dovette scontrarsi con l’arrivo, dalla Germania, della rivoluzionaria tecnologia della fibra di vetro.
Al volovelismo torinese si deve anche, negli anni ’70-’80, il significativo impulso dato allo sviluppo di una capacità organizzativa di competizioni di alto livello che, grazie soprattutto alla “scuola Morelli”, fece diventare Rieti importante sede di Campionati Italiani, Europei (1982) e Mondiali (1985).
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